Come scegliere lo psicoterapeuta?


Se non si può contare su di un parente o amico del settore di cui ci di cui ci fidiamo e che ci può indirizzare, la questione della scelta non è sempre così semplice.

Come spesso accade nella vita, per comprendere bisogna fare esperienza, quindi non resta che provare. E’ importante sapere che prima di iniziare una psicoterapie vera e propria sono necessari alcuni incontri di consultazione, utili al terapeuta per raccogliere informazioni sulla storia anamnestica della persona che si gli si rivolge.

Provare simpatia nei confronti del proprio terapeuta è importante, sebbene questo non sia garanzia assoluta di buon incontro.

Durante il percorso psicoterapico i sentimenti di simpatia provati inizialmente dal paziente, possono lasciare il passo a sentimenti di rabbia avversione e ostilità; il lavoro del terapeuta consiste nell’accogliere e interpretare i vissuti emotivi che il paziente proietta sulla sua persona. L’insieme di emozioni e movimenti affettivi da parte del paziente verso il proprio terapeuta, viene chiamato transfert. Il transfert sia positivo che negativo del paziente è un ottimo materiale da analizzare all’interno della relazione terapeutica, perché racconta come il paziente entri in risonanza affettiva con l’altro che incontra quando si lega affettivamente.

Ma se la simpatia verso il terapeuta non fa da garanzia di professionalità e buon incontro, come fare a scegliere la figura più adatta a noi?

Alcune indicazioni preziose possono essere:

1- sicuramente sentirsi a proprio agio davanti al professionista scelto;

2- verificare il curriculum formativo e lavorativo del professionista;

3 – ma soprattutto consiglio di comprendere se e per quanto tempo lo psicoterapeuta abbia fatto un percorso psicoanalitico e psicoterapeutico personale su se stesso. Questo è di fondamentale importanza, perchè ogni psicoterapeuta deve essere il più consapevole possibile del proprio inconscio, che essendo occultato per definizione, necessita dell’indagine con un proprio psicoanalista o psicoterapeuta per emergere.

Se l’inconscio del terapeuta non è analizzato il rischio di mischiare i proprio vissuti a quelli dei propri pazienti facendo dei veri e propri pasticci è in agguato senza che il terapeuta, responsabile, della cura se ne accorga.